IT
La musica ha accompagnato Ueli Zysett per tutta la vita. Da bambino ha suonato la tromba e successivamente il trombone in bande di ottoni. Il suo grande amore per il jazz e il free jazz lo ha portato a suonare liberamente per la prima volta a metà degli anni Settanta. Lui stesso riferisce: "Il Ticino è diventato poi formativo per il suonare libero, intuitivo, nel Sous-Sol, a quel tempo, con Guy Bettini, sperimentando e provando cose". Domanda: Arriviamo a un punto di suonare insieme in gruppi numerosi, da 5 musicisti in su, sondando il possibile, molto interessante, prima con il trombone, poi più casualmente con il contrabbasso. Stava lì senza essere necessario, poi l'ho preso con me e l'ho provato. In un workshop con Paul Lovens c'erano così tanti fiati e nessun basso che mi è venuto spontaneo passare al contrabbasso. La cosa andò così bene che da allora rimasi con questo gruppo. Negli ultimi 12 anni, il trombone è rimasto sempre più sullo sfondo. Oggi il contrabbasso è lo strumento più importante per me. Non ho mai suonato questo strumento secondo le note, ma solo a orecchio e liberamente secondo l'intuizione. Suonare funziona solo quando l'udito è il fattore decisivo per la nota successiva. “Per me, il fare musica in modo creativo era ed è un equilibrio essenziale per il mio equilibrio personale in un periodo così turbolento e impegnativo.”
DE
Die Musik begleitet Ueli Zysett sein Leben lang. Als Kind spielte er Trompete, später Posaune in Brassbands. Seine grosse Liebe zum Jazz und FreeJazz brachten ihn mitten der 70er jähre zum ersten Mal zum freien Spielen. Er selbst berichtet: „Tessin wurde dann prägend für das freie, intuitive Spielen, im Sous-Sol, damals, mit Guy Bettini, experimentieren und ausprobieren. Frage: kommen wir auf einen Punkt im Zusammenspiel in grossen Gruppen, ab 5 Musikern und mehr, ausloten was möglich ist, hoch interessant, erst mit der Posaune dann eher auch zufällig auf dem Kontrabass. Der stand einfach so rum ohne gebraucht zu werden, hab ihn dann mitgenommen und ausprobiert. In einem Workshop mit Paul Lovens waren so viele Bläser und kein Bass, dass ich spontan umgestiegen bin auf Kontrabass. Das kam so gut an, dass ich fortan in dieser Gruppe dabei geblieben bin. In den vergangenen 12 Jahren blieb dann die Posaune immer mehr im Hintergrund. Heute ist der Kontrabass das vorrangigste Instrument für mich. Ich habe auf diesem auf diesem Instrument nie nach Noten gespielt, nur nach Gehör und frei nach Intuition. Wobei spielen dann nur geht wenn das Hören im Moment ausschlaggebend ist für den nächsten Ton. “Für mich war und ist kreatives Musizieren ein ganz wesentlicher Ausgleich für mein persönliches Gleichgewicht in einer so turbulenten und hektischen Zeit von Heute.”